I cattivi nei film di Sergio Leone

L'efficacia e la grandezza degli western di Sergio Leone, oltre che per tutta una serie di fattori legati al genio del regista e alla professionalità dei suoi collaboratori, trovano nella sostanziazione di cattivi affascinanti, inquietanti e indimenticabili un altro elemento che ne condiziona in positivo il risultato finale.
Ramon, l'Indio, Sentenza e Frank sono personaggi entrati nella memoria collettiva e che valorizzano ancora di più la visione del west di Leone. Hitchcock sosteneva che se in un film il cattivo non era riuscito anche questo ne risentiva pesantemente, pregiudicando anche la rappresentazione del buono. Non vi è dubbio che la trilogia del dollaro e C'era una volta il west sfoderano un poker di villains da manuale.

Analizziamo analogie e differenze fra i quattro.
Tutti si presentano in maniera barocca, sfoggiando sadismo e piacere di uccidere. In Per un pugno di dollari Ramon entra in scena dietro una mitragliatrice, ghignante e intento a massacrare, con compiacimento, decine di soldati.

L'Indio, in Per qualche dollaro in più, è in cella, ha il volto coperto e la sua liberazione (con conseguente mattanza dei secondini) assume la stessa valenza della bestialità che viene liberata e le pulsioni dell'Es possono scendere in campo. Come dire: ecco, le forze del male si sono scatenate, ora il conflitto che si innescherà con chi le dovrà sconfiggere sarà terribile. L'Indio si mostra da subito più teatrale di Ramon; sebbene entrambi siano spietati, il primo è più eccessivo, esagitato, si droga, pare affetto da turbe psichiche che lo portano anche ad un sotterraneo cupio dissolvi. Insomma la sua violenza è talmente eccessiva che si rivela addirittura autodistruttiva.


Dopo le stragi dei primi due western, Sentenza, ne Il buono, il brutto, il cattivo, si mostra più freddo, uccide un uomo e suo figlio con una freddezza glaciale che rende ancor più inquietante la sua figura. Un killer, uno specialista dell'uccisione che non nasconde un certo divertimento quando uccide Baker sparandogli in faccia, dopo avergli coperto il volto con un cuscino, ma lontano dalla platealità di Ramon o dall'incontrollabile follia dell'Indio.


Diverso ancora si presenta Frank, in C'era una volta il west. Sorride e spara in faccia ad un bambino. Il Mito, insomma, si fonda sulla violenza e l'innocenza non trova spazio. 


Fra i quattro quello che appare meno problematico e 'psicologicamente' inquieto è Sentenza, il Cattivo per eccellenza, freddo, brutale, misurato, un tecnico che uccide per soldi e avidità, ideale contraltare del Buono. 
Gli altri tre sono disturbati da qualcosa. Ramon rivela, oltre al carisma e all'indubbia intelligenza, una fragilità 'adolescenziale', simboleggiata dal suo amore crudele nei confronti di Marisol. Frank e L'Indio sono i più complessi. Entrambi rappresentano il doppio del protagonista positivo (del vendicatore): il primo di Armonica e il secondo del Colonnello interpretato da Van Cleef.
Sia L'Indio che Frank sono ossessionati dal tempo. Il mezzosangue di Per qualche dollaro in più uccide con un orologio in mano ed è preda di un ricordo (il suicidio, durante lo stupro e dopo averne ucciso il marito, della sorella del Colonnello) che lo perseguita. Il tempo è morte per l'Indio.


Frank, al contrario, non riesce a ricordare il volto di Armonica (se non nel momento della morte) ed è a disagio con la modernità. Egli, infatti, sebbene cerchi di trasformarsi in un uomo d'affari appartiene al passato, non riesce a trovare la sua dimensione e anch'egli (sebbene in maniera meno esplicita che nell'Indio) in fondo è animato da una sottile tensione autodistruttiva: alla fine del film, non può che andare a ricercare la sua epifania di morte nel duello con Armonica.


Tutti e quattro si mostrano, altresì, violenti con le donne: Ramon costringe Marisol a diventare la sua amante; L'indio stupra la sorella del Colonnello; Sentenza picchia la prostituta Maria per sapere dove sia Bill Carson, il suo uomo; Frank fa l'amore con Jill e le ricorda a metà tra il compiacimento e una strana malinconia che ha ucciso suo marito e che potrebbe fare lo stesso con lei. Ma è Sentenza quello che pare non interessato alla pulsione sessuale: egli è mosso solo dall'avidità e non ha le smanie dei cattivi interpretati da Volontè. 
Resta da sottolineare, inoltre, che Frank è il più anziano e che in lui subentra una sorta di inquietudine di fronte alla donna. Fonda quando guarda la Cardinale sembra percepire la distanza temporale che li separa, pare cogliere, ancora una volta, la frattura con la nuova realtà in cui vorrebbe adattarsi.


Ramon, a differenza degli altri, viene nominato più volte prima di entrare in scena, in una sorta di mitizzazione al contrario: lo spettatore è così incuriosito, aspetta di vederlo all'opera e Leone non tradisce le attese mettendo in scena una sequenza (aggressiva nel modo e nel contenuto) che non si dimentica.
Quale dei quattro è, insomma, il più riuscito?
Difficile rispondere alla domanda.
Ramon è perfetto come contraltare di Joe, così come l'Indio possiede un indubbio fascino perverso. Sentenza è il Cattivo per eccellenza. E Frank risente della maestosità dell'opera, dell'interpretazione di Fonda che, a tratti appare spaesato e, proprio a causa di ciò, ancor più suggestivo.
Si tratta di giganti, di personaggi indimenticabili di capolavori che con il tempo diventano ancor più preziosi, opere d'arte da vedere e rivedere.
E quale dei quattro il più crudele?
Altra domanda destinata a rimanere insoluta.
Però è difficile dimenticare la battuta dell'Indio, con l'orologio in mano e accompagnato dalla melodia del carrillon: - Quando la musica finisce cerca di sparare. Cerca...





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