"Un posto che solo Mary conosce": il western di Leone mai girato

Sergio Leone muore nel 1989. La morte gli impedisce di portare a termine i suoi progetti: Leningrado; una serie western che avrebbe avuto la partecipazione di Eastwood e Van Cleef,Colt 45; un nuovo film western, Un posto che solo Mary conosce.
Leone non aveva mai amato il sentimentalismo e certi edulcorati languori di Via col vento; ne aveva parlato per anni con i suoi collaboratori: un remake alla sua maniera sulla guerra civile e la corsa all'oro ci sarebbe proprio voluto.
Rotti gli indugi, in limine mortis, decide che ha voglia di raccontare la storia di due figli di mignotta (sono parole sue) e scrive a quattro mani soggetto e trattamento di un western di grande respiro che avrebbe prodotto e probabilmente girato, Leningrado permettendo.
I ruoli sono disegnati su Richard Gere e Mickey Rourke, entusiasti di recitare per Leone, all'apice della loro fama.
Sarà un successo annunciato, si dice, rinascerà il grande Western, sarà musicato da Morricone.
Il trattamento - quasi fosse un testamento - ripropone tutti i temi cari a Leone.
Gere avrebbe dovuto interpretare un cinico e disilluso mantenuto che viene ingannato da Rourke, un rapinatore di banche sognatore e, sebbene spregiudicato, a modo suo ingenuo, e che si trova in prima linea nella guerra civile. Richard vuole vendicarsi, seguono peripezie drammatiche; una notte salva dalla morte un uomo, non per eroismo, ma per istinto, perché in fondo, sebbene non creda più in niente,non accetta di essere al servizio di nessuno. Quell'uomo è Mickey che assicura al suo salvatore che per farsi perdonare gli darà una parte di un bottino, anzi, di un vero e proprio tesoro. Sì, perché lui ha rapinato una banca, ora i suoi soldi li custodisce Mary, la sua donna. Facile, bisogna solo arrivare ad Atlanta. Facile a dirsi, per Richard, ma non a farsi: il Paese è sconvolto dalla Guerra, ci sono sciacalli e sceriffi in ogni dove. Eppure Richard si lascia condizionare dal suo amico-nemico e decide di seguirlo. Il bottino è in una tomba senza nome, ai piedi di un'acacia, in un grande cortile, dietro una casa. Un posto che solo Mary, la sua Mary conosce.
Il viaggio verso Atlanta è picaresco e violento, drammatico e ironico, come ne Il Buono, il brutto, il cattivo, fra nordisti e sudisti, sparatorie e corde da infilare attorno al collo; ma si respira un'aria crepuscolare ed elegiaca come in C'era una volta il west. E c'è il tema del tempo e del sogno come ossessione, come in tutti i film di Leone; l'epica e l'ironia, la dissacrazione del Mito e la necessità di riaffermarlo. La corsa all'oro e la notte in un bordello, gli inseguimenti e l'ironia.
Al termine del viaggio, ad Atlanta, in quel cortile, davanti a quella tomba, nella città devastata, i due amici riescono, finalmente, ad arrivarci. Ma Mickey da cadavere. Richard non trova nessuna Mary, dentro la fossa non c'è nessun bottino. Lei non era ingenua come Mickey, non è stata ad aspettarlo, è fuggita con tutti i soldi.
Richard seppellisce Mickey proprio in quella tomba. Dalla tasca estrae una fotografia che li ritrae insieme, la divide in due, la attacca in maniera posticcia alla croce.
Era sincero Mickey, lui ha creduto in un sogno, ha scommesso ed ha perso.
Richard se ne va, incontra un personaggio che gli chiede dove sia Mickey.
Richard risponde che è in un posto che solo Mary conosce.



Andrea e Raffaella Leone, i figli di Sergio, che hanno ereditato dal padre la casa di produzione Leone Group (le cui quotazioni crescono di giorno in giorno, anche in borsa)hanno più volte dichiarato, negli ultimi anni, di voler trasformare in film l'ultimo trattamento scritto dal regista.
C'è una sceneggiatura da scrivere, un regista all'altezza (chi?)da trovare, nuovi attori.
In bocca al lupo.


Commenti

  1. tarantino e nicolas winding refn andrebbero bene

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    1. A Tarantino manca l'epos di Leone, ma forse è l'unico e il più adatto.

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  2. Non ci sono termini di pensiero in grado di esprimere un mito così grande: vorrei poter essere all'altezza per un progetto che ormai da sempre mi toglie il respiro oltreché il sonno...scrivere la sceneggiatura di un suo progetto incompiuto...sono quindici anni circa che studio il mito di Sergio Leone e tra film e documentari ormai consumati...si rinnova pur sempre un sapore nuovo nelle mie idee

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  3. Con profondo affetto ed immensa ammirazione ...mi rivolgo a lei Raffaella per avere avuto un padre così bello e ricco interiormente..un papà sicuramente fuori dalle righe e che almeno per me la sera prima di addormentarmi ha funto da vangelo.

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  4. Clint Eastwood e Tarantino sono stati gli unici due a dedicare qualcosa in memoria del grande maestro Leone...e noi italiani...e' ora di darci da fare!

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    1. Sono d'accrdo con lei. Io sto scrivendo un libro su Sergio Leone.

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